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 mostre/exhibitions 

LE SORELLE DI LOU REED - Ilaria Grin

Lou Reed's sisters - Ilaria Grin solo show

MAGGIO/MAY - GIUGNO/JUNE

2015

 

ITA

La mostra che abbiamo appena allestito a Casa Là Farm Gallery rende giustizia a tutti coloro che difendono la creatività personale, in contrapposizione al posto in cui si trovano. Come ormai sapete noi siamo orgogliosi di essere in culo ai lupi, o più correttamente, a un'ora da tutto. Questo comunque non ci ha impedito, né ci impedirà, di esporre artisti di valore e di ricevere un pubblico sempre molto interessato e partecipe. Un esempio? Di recente ci è capitato con un artista fiorentino molto apprezzato: la sua mostra da noi ha raccolto 200 visite contro le 2 di una analoga allestita a Siena.

Ilaria Grin ha 30 anni è di Brescia, spigliata, piena di allegria e molto cordiale. Ama le sue opere e non è fissata con lo spettro del: se non vendo fallisco. A dire il vero, per sua stessa ammissione ha un rapporto di amore odio con il distacco da ciò che produce. Il suo stile è asciutto, preciso, non si notano ritocchi o imperfezioni; le opere grandi, spesso su sfondi damascati, ritraggono donne eccentriche e fuori dal tempo. L'impiego di elementi estranei alla logica convenzionale -si veda ad esempio il pesce suggeritore, che tanto ricorda il traduttore di guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams- o le formule chimiche di luciferine (sostanze prodotte anche dalle lucciole) che paiono casualmente appuntate sullo sfondo, quando fanno invece da messaggio implicito a tagliare l'aplomb della protagonista (che infatti accoglie una lucciola proprio sulla mano). Lo stile ricorda quello delle illustrazioni del nord Europa, con colori freddi, pettinature improbabili, pose impostate, quasi da statua di cera.

La sezione dei ritratti che per esigenze di spazio abbiamo deciso di scomporre e di allestire quasi a campionario, per mostrare i vari momenti e, irrimediabilmente, i conseguenti stati d'animo è più diretta e meno impegnativa nell'analisi. Apprezzo particolarmente Perché mi hai svegliata? I colori abbondano e quando succede con Ilaria non è un buon segno. Per sua stessa ammissione più ce ne sono, specie sulle guance, maggiore è l'imbarazzo. In questo caso il blu dei capelli traduce in una dimensione onirica e sofferente, con una mollezza che ci induce a cercare i primi album dei Velvet Underground (tra tutti il pezzo Venus in Furs). C'è un solo uomo tra i soggetti disegnati dall'artista e non lo esponiamo, chi vorrà vederlo potrà recarsi a Brescia contattando direttamente l'artista. Per visitare la mostra qui da noi, come sempre in modo assolutamente gratuito, basta prendere appuntamento tramite mail: noncresco@gmail.com

 

 

Sandro Fracasso

TRE STAGIONI E UNA GALLINA - Don Manuel Bueno Martire

Three seasons and a hen - Don Manuel Bueno Martire solo show

APRILE/APRIL - GIUGNO/JUNE 2015

CASA LA' FARM GALLERY - SCALVAIA (SIENA) ITALY

 

ITA

Una possibile risposta alla giacenza polverosa delle opere nelle case degli artisti – credetemi avviene anche nei casi di successo commerciale – è esporle. Con i costi esatti dalle gallerie, farlo diventa sempre più problematico, e anche se si guarda alle scelte più efficaci nel raggiungere un pubblico numeroso, spesso il punto debole è che sia anche colto il messaggio dell'artista. Una possibile soluzione è avere tutte insieme più mostre simultanee con visitatori che si scambiano da una all'altra. Creare quindi una babele di visite guidate, nomi, riferimenti che si accavallano su due vani, indurre scosse emozionali su chi prenoterà la visita. Mi fa sorridere pensare a gente in fila che aspettando segue un'altra mostra. Così sarà, e il culmine lo raggiungeremo il 2 maggio, quando oltre alle tre mostre allestite - Tre stagioni e una gallina, Fail Better, L'Auriga Tentacolare - arriverà Ilaria Grin che andrà a installarsi al posto di Augusto Davide Lanzetti.

Ci sarà quindi la possibilità di assistere al disallestimento e al successivo allestimento con una sovrapposizione che potrà ricordare una eclissi.

Don Manuel Bueno Martire (DMBM) ha già esposto da noi ed è presente tra gli artisti della collezione permanente della galleria. Il suo lavoro asciutto, preciso, geometrico, spazia tra divisionismo e op art. La mostra in oggetto è provocatoria, e ironica; ho deciso di abbinare la gallina che ricorda con i suoi colori allegri la primavera, alle tre stagioni (autunno, inverno, estate) presentate da DMBM. Quasi sicuro che non ne realizzerà una quarta, ho pensato di suggerirla con la sua gallina.

I colori ci dicono con chiarezza che siamo nella campagna toscana, assolata o gelida, dominano le crete. Il cielo invernale in cui il bianco è lasciato alla tela divisa in quadratini estremamente precisi è inquietante e al contempo ipnotico. L'unico cipresso che unisce le rappresentazioni come una sorta di sentinella immobile, che cambia di colore ma non perde la sua funzione di discriminante geometrico, è il punto focale delle composizioni. Le nuvole dominano i cieli e ne stabiliscono le proporzioni. A volte ricordano isole, altre satelliti, ma sono sempre imponenti e compatte. C'è una distinzione voluta e rimarcata nel passaggio degli spigoli e cuspidi che abbondano nella raffigurazione del cielo (fino a raggiungere il massimo nell'inverno) alle curve dolci e morbide della terra lavorata. Se qualcosa sta per accadere o è accaduto è venuto dall'alto; ciò che è sotto accoglie con imperturbabile fertilità. I raccolti sono suggeriti dai colori e da essi si ricava una presenza umana che non contamina le opere con figure dirette, ma le permea con i suoi effetti indiretti. I campi non si arano e seminano da soli, i cipressi non crescono isolati.

 

Sandro Fracasso

 

 

ENG

If artworks are taking dust into artists' studios, and this happens also to accomplished ones, one possible answer is to exhibit them. Sadly, galleries high commissions and fees make this option very expensive, and even if a big audience is reached we are never sure that visitors catch the real sense of the artworks. In this sense, it can be useful to hold simultaneously more than one exhibition, with visitors that flow from one to another. In this way, we can create a sort of Babel of guided visits, nouns and references which come across each others, creating emotional shakes. It's funny to think of people that visit an exhibition while queuing for another one. At Casa Là Farm Gallery we'll experience such a situation, reaching the climax on the 2th of May 2015, when three exhibition will be hold together - Tre stagioni e una gallina, Fail Better, L'Auriga Tentacolare – and a fourth (Ilaria Grin solo show) will be displayed in place of Augusto Davide Lanzetti paintings.

Visitors will have the possibility to watch the end of an exhibition and the beginning of a new one, with an overlapping effect that reminds an eclypse.

Don Manuel Bueno Martire (DMBM) had already exhibited his works in our gallery and features among the artists of our permanent collection. His work, so clean, precise and geometric, goes from divisionism to op art. His new show is ironic and provocative. I decided to put the painting “The Hen”, which reminds of Springtime with its joyful colors, to the “Three seasons” (Fall, Winter, Summer). DMBM will hardly add the fourth season to the other three: that's why I decided to suggest the missing one with his Hen.

Depicted colors are the one of Tuscany countryside; sunny or frozen, the clay soil color of the “Crete” dominate every painting. The Winter sky, textured with a precise palette knife scratched grid, is disturbing and poetic at the same time. The lonely cypress, which is the common element of these three paintings and link them to each other like a standig sentinel, changing its color but not its funcion of geometric discriminating factor, is the focal point of these works. Clouds dominate the skies and settle the proportions. Sometimes they remind an island, some other satellites; in both cases, they are majestic and compact. The artist wanted to distinguish among the cuspids and corners, so abundant in its skies (reaching the maximum on “The Winter”), and the smooth and sweet curves of ploughed ground. If anything happened or is going to happen, surely it comes from above; what's under will embrace it with its imperturbable fertility. Harvests are suggested from the colors, which are hints to discover a human presence which doesn't contaminate the artworks with depicted people, but it permeate them with its indirect effects. Fields don't plough by themselves; cypresses don't grow up isolated.

 

Sandro Fracasso

FAIL BETTER - Collettiva di fotografia/Photography group exhibition

NICCOLO' COZZI - GABRIELE ROSATI - MARTINA MELCHIONNO - PAOLA RESSA

APRILE/APRIL - GIUGNO/JUNE 2015

CASA LA' FARM GALLERY - SCALVAIA (SIENA) ITALY

 

ITA

In periodo di crisi diviene abituale il concetto di fallimento. Fallire risponde alle esigenze di un'economia contratta. Dal fallimento nascono le opportunità, spiegano i formatori che ringalluzzano gli uditori dei corsi propedeutici per disoccupati, e di sicuro dai fallimenti nasce il loro stipendio. L'attenuazione di un concetto negativo diffuso è l'indoratura della pillola per garantire il controllo della follia in un momento in cui la verità appare più oscena del solito. Si fallisce perché non era possibile altrimenti. Il fallimento è un motivo per ripartire. Il fallimento è uno stato mentale. Il fallimento totale non esiste. Nell'arte, il fallimento è la conditio sine qua non del processo creativo di tanti artisti. Mi sento un fallito, ma nella mia arte urlo che non lo sono, anzi, voi che la guardate avete il dovere di dirmi che in effetti ho proprio delle gran doti. Non mi è venuto come volevo, ma va bene lo stesso, è arte, l'arte di per sé è incontrollabile, tutto è arte, guarda bellino. Oppure, e questo succede piuttosto spesso, al fallimento si cerca di porre rimedio tramite l'inganno: l'inganno di una mano di colore in più, di un'opera orrenda tagliuzzata per diventare un buon collage, di fori, colla e altro ancora che possano dare a ciò che abbiamo realizzato più senso di un viaggio in pattumiera. Anzi, meglio: l'inganno da toppa diventa un'opera d'arte. Si trasforma in un nucleo complesso di significato. Diventa una trasmissione di immaginazione. Covavo da tempo l'idea di curare una mostra in cui le opere selezionate nascano da sbagli. Nella fotografia, soprattutto quella analogica, qualche setting errato nella macchina o qualche scazzo in camera oscura bastano per rovinare l'immagine. Foto bruciate, mosse, troppo scure, fiorite di macchie luminose, composizione insensata, bestemmie al buio come se piovesse. I quattro fotografi che si sono messi in gioco hanno fatto, coscientemente, un passo indietro nell'ascesa del proprio ego, mostrando cosa c'è dietro alle buone opere d'arte. Le opere presentate, nonostante siano state rese piacevoli dagli inganni e i rimaneggiamenti, partecipando alla mostra sono state sbandierate ufficialmente come un clamoroso flop rispetto all'idea originale. Con questa mostra, in pratica, ho voluto porre l'accento non sul risultato, ma sul punto di partenza. Il fallimento può diventare veramente un opportunità, ma il rospo va ingoiato, senza sale né pane. Fail again. Fail better.  

 

Irene Raspollini

 

ENG

When a crisis occurs, people get used to the concept of Failure. Failure is the answer for a crashed economy. To fail means to have a new opportunity, as training coaches say during the courses for unemployed people; for sure, failures are the reason of their salaries. You can control the rage of people, if you diminish the negative aspects of an unacceptable situation. They say we fail because there was no chance to success. Our failure is the reason to start again. Failure is a state of mind. Total failure is impossible. Speaking about art, failure is often the trigger of creativity - I'm an artist, I consider myself a good-for-nothing, but with my art I can shout out that I'm not so, and you, the recipients, should tell me how skillful I am. An again, this painting didn't come out as I espected, but it's okay, it's an artwork, art is out of control, all is art, don't you see how this piece is cute? - Another way to manage failures is to fix them using tricks: it's possible to hide errors with a brush stroke, and a shameful artwork can be tear up to realize a great collage. Everything can be useful to save an artwork from the garbage bin. It can happen, sometimes, that tricks make a great work out of a weak one. Hiding mistakes can add meanings and beauty, leading to a powerful transmission of imagination. I dreamed since longtime of curating an exhibition featuring artworks born from artists' failures. Photographers, especially the ones who work with analog cameras, know how it's easy to miss a good shot, and are aware that a wrong setting of the camera or an error in the darkroom can permanently damage their works. Photos can easily be burned, blurred, darkened, covered with white spots, or simply have an unbalanced composition. The four young photographers featured in this exhibition put apart their egos and show proudly their best errors, making us know how can be complex (and unespected) the birth of an artwork. Even if the selected photos have been pleasantly upcycled, we all know that they are not what the photographers had in mind and that they are artistic failures. With this exhibition I wanted to stress the creative process behind the artworks, and not the artworks themselves. Failure can really be an opportunity, but we have to bite the bullet firts. Fail again. Fail better.  

 

Irene Raspollini

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