Inchiostro su carta, esposto da Casa Là farm gallery durante la collettiva La Retroguardia senese, torna a noi presso la galleria permanente, per gentile concessione dell'autore.
L'opera raffigura il terremoto europeo per antonomasia, quello che sconvolse Lisbona il primo novembre del 1755; si tratta di un evento epocale, non solo per le ripercussioni tremende sul tessuto socio-economico portoghese, ma anche e forse persino di più per le influenze filosofico-religiose che andò ad implicare. In quegli anni l'impero coloniale portoghese era all'apice e con esso la conversione forzata di milioni di indios. A quasi nessuno, si salvano pochi filosofi illuminati (Kant), parve casuale la data e quindi un senso punitivo e immanente dell'evento catastrofico come volontà divina (tutte le principali chiese andarono distrutte): Lisbona aveva peccato e solo dio poteva volerne la distruzione. Di qui inizia la decadenza dell'impero coloniale portoghese e una fase di cupa lenta ricostruzione. L'opera di Don Manuel Bueno Martire si pasce della sua passione per la cultura lusitana, all'ondeggiare quasi ventoso dei palazzi fa già seguito l'alito razionale della lenta ricostruzione. Sfruttando l'abile stratagemma delle nuvole-pensiero, l'autore disegna un reticolato fitto che raffigura la struttura romana a cardo e decumano con cui la città fu ricostruita. Non fosse che per questo dettaglio, merita una visita (su appuntamento via e-mail: noncresco@gmail.com).